Giornata mondiale del Braille, l'alfabeto in punta di dita

La prima Giornata Mondiale del Braille è stata istituita dal Parlamento italiano con la lette 196 del
2007, allo scopo di celebrare e riconoscere questo strumento di comunicazione, e sensibilizzare sulla sua importanza. 

La scrittura Braille permette a persone non vedenti e ipovedenti di leggere gli stessi libri e periodici di quelli stampati in caratteri visivi. Il suo utilizzo è essenziale nel contesto dell’educazione, della libertà di espressione e di opinione, e dell’accesso alle informazioni e alla comunicazione scritta.

Come leggere quando non si può vedere? Questo è il problema da risolvere per Valentin Haüy, traduttore e interprete francese, che vuole educare i bambini non vedenti. Nel 1783, ha l’idea di creare la scrittura in rilievo a partire dalle lettere del nostro alfabeto. Ma l’apprendimento delle lettere in rilievo si rivela difficile per i ciechi. Nel 1819, un giovane cieco francese di nome Luis Braille conserva l’idea dei segni in rilievo ma inventa nuove forme composte da punti! Ognuna delle lettere della lingua è così rappresentata da una composizione di punti in rilievo, da uno a sei, che si possono «leggere» con le dita. Passando l’indice sui punti in rilievo, i non vedenti riconoscono le parole scritte.
La scrittura in braille si è perfezionata con l’uso. Le lettere, ma anche la punteggiatura e i simboli matematici sono trascritti da punti; dal 1929, il braille è anche utilizzato ufficialmente per la scrittura musicale. Attualmente, più di duecento lingue del mondo hanno adottato questa scrittura in rilievo e il Consiglio mondiale del Braille, creato dall’Unesco, vigila affinché l’utilizzo di questa lingua e l’adattamento di nuove lingue siano agevolati. La stampa di libri in braille ha permesso ai non vedenti di diventare veri lettori.
(da Dai geroglifici alla scrittura elettronica, di Estelle Girard, Edizioni Saecula 2013)