21 novembre 1943, l'eccidio di Pietransieri nel bosco di Limmari

Prima toccò al bestiame, razziato, trucidato e abbandonato nei campi e nei boschi.
Poi fu la volta della popolazione.
Alcuni furono fatti esplodere all'interno dei casolari, la maggior parte fu sterminata con fucilazioni di massa. 128 persone, di cui 60 donne, 34 bambini con meno di 10 anni (perfino un neonato) e molti anziani. Una sola bambina si salvò, nascosta e protetta dalle vesti della madre.
L'eccidio di Pietransieri (oggi frazione del comune di Roccaraso, L'Aquila) fu compiuto dalle forze di occupazione tedesche in una zona che si trovava sulla linea Gustav. Qui, lungo una direttrice difensiva che andava dall'Adriatico al Tirreno, passando per i massicci del chietino, dell'aquilano e del Molise, le forze armate tedesche si erano attestate dopo lo sbarco degli alleati a Salerno.
A Pietransieri, sulla sponda del Sangro, era schierato il Primo Reggimento della Divisione Paracadutisti, una delle unità più valorose della Wehrmacht.
Il 30 ottobre 1943 il maresciallo Albert Kesselring fece affiggere in alcune località, tra cui Pietransieri, un manifesto che recitava, in lingua tedesca: "Tutti coloro che si troveranno ancora in paese o sulle montagne circostanti saranno considerati ribelli e ad essi sarà riservato il trattamento stabilito dalle leggi di guerra dell’esercito germanico."
A Pietransieri molti, impossibilitati ad abbondare le proprie abitazioni e le proprie terre, si rifugiarono nel bosco di Limmari, nella vicina Valle della Vita, illudendosi di essere al riparo. Ma fu proprio lì che si consumò gran parte della strage, per ordine del maggiore Wolf Werner Graf von der Schulenburg, che qualche mese prima si era già macchiato della cosiddetta Strage di Matera.
Dopo l'eccidio, i corpi restarono nella boscaglia a lungo, sepolti dalla neve fino alla primavera del 1944.
Oggi sul luogo della strage è stato edificato un piccolo tempio, alle pareti piccole targhe in pietra ricordano il nome e l’età dei caduti. Le vittime della strage riposano, invece nel sacrario eretto a Pietransieri in loro memoria,. Ogni anno, sin dal 1945, la notte del 20 novembre la fiaccolata del Ricordo ripercorre in maniera simbolica il percorso effettuato dalle sfortunate vittime.

Il romanzo di Lina Maria Ugolini, Come grani di melagrana narra di un piccolo paese abruzzese, tra le montagne e i campi, e ricorda, in una straziante seppur poetica narrazione, l'orrore della strage di Limmari.

Immagine tratta dalla pagina "Gotico Abruzzese" di Antonio Secondo, che dedica un lungo articolo alla Strage.