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Inizia a scrivere in tenerissima età, il suo primo foglio è la battigia del lungomare, il suo primo lapis un bastone con cui prova a scrivere la parola amore in stampatello, rielaborandone il suono.
Poi c'è stata la poesia, foglio a buchi formato A5, a quadretti, colore rosa.
La scrittura per lei è religione, forgiare in forma scritta i colori e le note dell'animo, renderli vividi, calibrando meticolosamente il ritmo del testo, giocando con la punteggiatura.
Le piace star nascosta dietro la tenda, aspettare che il lettore la trovi, e non viceversa.
Pensavo che fosse ormai tutto già scritto e prestabilito.
Camminavo a passo sostenuto senza indugio, la fretta in tasca, giorno dopo giorno, lo sguardo fermo e la strada dritta e sconfinata di fronte a me, l’orizzonte piatto. Poi non ricordo di preciso come e quando tutto iniziò a roteare vorticosamente attorno a me, di sopravvento, facendomi perdere il senso dell’orientamento e la percezione della logica universale. Forse fu una parola, forse un punto di troppo o un eccesso di colore a innescare il meccanismo. Fu un errore di valutazione, mi ritrovai esposta e interdetta. Rimasi stordita a lungo, in un compiuto silenzio, in attesa che questo stato di inquietudine svanisse, ma più cercavo di redimerlo e più vivacemente si manifestava, intenso e indomabile.
Decisi quindi di assecondarlo, di lasciarlo fare sperando che sfumasse sulle lunghe distanze.
I soli calavano, le lune si levavano e nonostante fossi contrariata da questo disordine, dal non sentirmi più al mio posto in nessun luogo, iniziai ad ammirare questo mondo capovolto, a comprenderne la poetica, a riappropriarmi di antichi spazi scritti di parole non dette, incastrate tra punti sospesi e pensieri alla deriva.
Fu così che compresi che ormai anche per me la via era smarrita, che avrei dovuto imparare a saltare a piedi nudi su segni obliqui, costantemente in bilico, in balia dei contrasti, nell’imperversare dei flutti emotivi, per alleviare quella nuova sete di evasione, di complici veri impulsi.
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Appunti di scrittura
Pensieri sfuggenti, parole galleggianti, quel gioco di ombre e luci interiore...
Un luogo dove ritrovarli, una porta da cui farli uscire. Può essere questo il ruolo della scrittura?
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E come in un covo ci ritroveremo, aperti agli altri, pronti a svelare gli arcani dello scrivere puro. A rendere accessibile questo potente e nobile codice che è la scrittura.
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Scrivere come gesto incondizionato, strumento di definizione del proprio scenario, con tutte le sue accezioni e sfumature, lettura obliqua di spazi e frammenti di tempo, attraverso la virtù della punteggiatura, lo studio architettonico del pensiero e lo svelarsi delle poetiche interiori.
Questo è per l’autrice il valore della scrittura. Perso, tuttavia, nel gorgo denso del quotidiano, tra il detto privo di valore e il non detto che scalcia per uscire e brillare.
…come trovare, nuovamente, l’impulso per esporsi ed esprimersi? Dove scorgere la giusta angolatura? Quando sentirsi a casa, finalmente, tra punti e parole?