Umberto Li Gioi

Eliza, una storia macedone


Rassegna stampa


 

2020

Itaca Notizie 

4 febbraio 2020
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Marsala c'è

5 febbraio 2020

La Tre3, 20 febbraio 2020


2021

Venko Trpeski, Pres. Associazione Santi Cirillo e Metodio Trentino

 

2022

Centro Studi Eurasia e Mediterraneo

3 gennaio 2022, a cura di Stefano Vernole
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Recensioni


 

Eliza, una storia macedone: viaggio alla ricerca delle radici. 
di Luigi Lombardo, psicoterapeuta

Eliza una storia macedone
di Ivan Jokanovic

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Bellissima e avvincente storia. Un grande atto d'amore da parte di un figlio voler raccontare la vita avventurosa dei propri genitori, cercando di capire e svelare parte di quella vita rimasta quasi un mistero per troppo tempo. Molte volte cercare le proprie radici ci fa comprendere molti aspetti di noi stessi.

(Anna Maria C. 27.08.21)


Eliza mi ha sussurrato il suo desiderio tutto l’inverno e insieme ai colori della copertina del suo libro, simbolo inequivocabile dell’identità di un popolo tanto forte quanto martoriato dalla storia, mi ha convinto a rileggere un’opera, quella di Umberto Li Gioi, che avevo già letto lo scorso anno, ma che mi aveva lasciato un senso di impotenza, di sorpresa, di dolore. Di sgomento.
L’ho portato con me, per leggerlo durante le mie vacanze in camper, fra le valli e le vette di una verde e fresca Svizzera, nel nulla e nel tutto del silenzio rotto solo dall’aria frizzante che accompagnava i campanacci dei pascoli agli alpeggi, sinfonia e colonna sonora pura di una lettura che mi ha immerso in un mondo parallelo.
Pagina dopo pagina sono entrato - ora come lo scorso anno - a vivere dei momenti teneri, d’amore, ma anche di paura, di colpi di scena, di drammi assoluti, di sfregi senza senso, abbracciando un periodo storico veramente buio che sarebbe bello poter dimenticare, ma che deve essere monito per chi è dopo di noi, perché non si commettano più gli stessi errori. Disumani.
È stato bravo Umberto a catapultarmi in un racconto dove mi sono trovato a vivere accanto a personaggi che non sono frutto di fantasia ma di splendida e purtroppo cruda realtà.
Mi sono sentito anch’io un personaggio, trasparente, del libro.
Ho bevuto rakija nella kafana di Kicevo, mi sono fatto radere da “Ugo” nella sua bottega, mentre canticchiava per concentrarsi sul taglio delle basette, ho ascoltato le cicale che accompagnavano il meltemi di una Rodi martoriata da una guerra fratricida.
Ho passeggiato con Trajan Trajkoski tra le bancarelle dei mercati macedoni, osservando la generosità di un Sindaco amato e rispettato dalla sua gente.
Ho vagato fra le colline di una Macedonia dilaniata, facendomi ospitare da famiglie dal cuore d’oro, pronte a rischiare tutto pur di aiutare giovani disperati in fuga dagli orrori della guerra.
Ho mangiato a sazietà al matrimonio di Eliza e Luigi, con festa e danze senza fine, in un “felice intermezzo tra la guerra e il ritorno alla vita”.
Ho corso in bici, accompagnando la ciondolante andatura di Eliza, tra Premka e Kicevo, lungo la schiumosa Temnica.
Ero fra la calca di Premka, quando Eliza e Ljubo si sono rivisti fra le campane a festa e il non riuscire a comprendere del giovane Rino.
Ho tenuto compagnia a Ljubo, nelle calde notti estive, parlando alle fredde tombe del suo cimitero sovrastato da urla silenziose. E nel pesante fardello che si è portato dentro tutta la vita, ho giustificato il suo volere finale, confondendo vendetta e perdono.
E purtroppo ero sempre con Ljubo, in quella maledetta vigilia di Pasqua del 1944, quando Miljeva Atanaskova e la giovane Desa presero il calesse per andare a portare da mangiare ai rifugiati.
Ho pianto, ho pianto tanto, di emozione e di rabbia, perché il sapiente fluire del racconto di Umberto mi ha fatto “vivere” momenti tremendi, immedesimandomi nei personaggi e nella storia.
Una storia meravigliosa, raccontata con arte nobile, una sorta di Bolero di Claude Lelouche, regista che segue il racconto di più personaggi che alla fine si ritrovano nello stesso luogo, nello stesso istante.
Anche questa storia, così raccontata, meriterebbe il grande schermo.
I fatti raccontati da Rino, da Umberto, da Eliza, da Luigi, chiedono particolare attenzione, perché il concatenarsi degli eventi riesce a creare un capolavoro di dolore e sofferenza. Di incredulità.
È nello stesso tempo un romanzo giallo, un testo storico, un racconto d’amore e lo stesso autore è stato bravo a creare un unico filo conduttore che è riuscito a portare il lettore a scoprire una delle verità che l’uomo tende a ricercare sempre nella vita, ma dalle quali spesso si fugge.
Consciamente o inconsapevolmente.
E anche qui, metafora del sapere, riscopriamo che “esistono sempre due verità: quella che tu conosci e quella che tu non sai

(Piero P., 18.08.21)


Carissimo Umberto, sono riuscito a leggere anche il terzo romanzo, ELIZA.
Premetto che anche stavolta mi è piaciuto. Adesso sono in grado di stilare un commento più preciso sull’evoluzione della tua produzione.
ELIZA si colloca senz’altro su un gradino superiore rispetto a KALEMEGDAN per quanto riguarda lo stile e la gestione dei dettagli e delle parti didascaliche, a cui ti avevo accennato nelle precedenti mail.
I dialoghi risultano più funzionali al contesto della narrazione. Tutto questo rende il linguaggio molto più spontaneo e meno ricercato, per cui la lettura si fa decisamente più fluida e piacevole.
I personaggi secondari cominciano ad assumere una fisionomia più rispondente alle esigenze di una narrazione.
Apprezzabile e riuscito il tentativo di scrivere un romanzo a due voci.
Il filo conduttore della narrazione è più evidente rispetto a KALEMEGDAN e accompagna il lettore fino alla fine. Un andamento molto cinematografico. Anche grazie alle tue descrizioni, che costituiscono uno dei punti di forza dell'approccio narrativo.
In particolare per la piacevolezza della scrittura e l’accuratezza della documentazione.
Il libro ha una fisionomia ben definita e riesce a tenere il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina e, come tale, la coesione narrativa risulta l’elemento cruciale: un fattore ancora più determinante dell’intreccio di per sé, per quanto avvincente e ben scritto possa essere!"

(Claudio B., 16.08.21)


Vivere significa risolvere i problemi che il caso ci pone innanzi. Raccogliere in un articolato racconto le vicissitudini che abbiamo affrontato ci può aiutare a scoprire magari il senso ....il filo che lega gli avvenimenti dell'esistenza. Ma ciò che più conta é il desiderio di condividere magari attraverso la lettura con il prossimo, in questo caso il lettore, che scorre le pagine della tua vita... Scrivete ancora caro Rino e Umberto

(Claudio C. 09.08.21)


Difficilmente mi accosto a libri che ”narrano” delle due guerre mondiali. Ma leggere questo, per i riferimenti che vi ho trovato, mi è servito a squarciare un velo che non avevo il coraggio di scostare e a lenire una ferita mai rimarginata in me. E allora mi sono venuti alla mente tutti i ricordi di quell’uomo che non ha mai voluto scaricare, forse così pensava, i suoi brutti ricordi legati alla guerra: anche lui veniva da un paese della grecia salentina, anche lui bravo nel parlare il grico, partito come volontario , anche lui nelle stesse zone descritte nel libro, per finire, dopo l’armistizio, in un campo dì concentramento tedesco.
Nostalgia di un padre che non ho più e rimpianto per non avere avuto il coraggio di dirgli: "parlami di quegli anni, ti voglio ascoltare.. ora è tutto passato". Alla fine ho parlato di me, ma grazie per avermi dato questa opportunità .
Il vostro libro è un opera d'arte.

(Maria Paola C. - agosto 2021)


Ho letto il libro tutto d’un fiato. Mi è piaciuto tantissimo.
Una storia vera. Ambientata nella Macedonia durante la seconda guerra mondiale e periodo appena seguente. La storia di una ragazza macedone e di un ragazzo italiano. Mentre ora possiamo dire che è quasi una prassi il matrimonio “misto” allora chissà quanti paradossi ...
Interessante anche il periodo storico che, sia nei ricordi sia nelle ricerche di Rino e dell’autore, coinvolge i lettori più appassionati. Tempo fa ho fatto un viaggio in treno da Trieste e Verona. Il vecchio Simplon Express che partiva da Belgrado. C’era un signore bresciano che tornava a casa dopo un incidente. Sul treno quasi tutte persone Macedoni e slave ... persone veramente squisite.
Ecco leggendo il libro mi sono ricordata anche di loro.
Consiglio a tutti di leggere questo meraviglioso libro

(Giuliana M. , 30.06.21)


Una bella lettura, che ci trasporta dalla Puglia in Grecia ed infine in Macedonia, nel periodo della seconda guerra mondiale... un quaderno e vecchie foto del padre con la madre, un segreto inconfessabile, fungono da stimolo per Rino per fare un viaggio in Macedonia, per riscoprire proprie radici.
L'autore del libro ha completato la ricerca con un viaggio a Rodi, raccogliendo i ricordi di chi ha vissuto quel periodo di occupazione...
Personalmente mi è piaciuto molto, oltre ad avermi commossa ho scoperto tratti di storia che non conoscevo... più un sottile dolore e vergogna, in quanto italiana, nei confronti di questo popolo così accogliente e generoso "

(Paola T., 14.06.21)


La storia vera e straordinaria , raccontata da un figlio con l’immenso amore per i propri genitori.

(Vesna Z., 10.06.21)


Il bel libro Eliza, una storia macedone, scritto da Umberto Li Gioi, ripercorre le vicende familiari e storiche dei genitori di Oronzo Operoso, che ne è la voce narrante.
Un amore tra due giovani sbocciato in tempi cupi, le tensioni etniche così vive ora come allora nei Balcani, la tragedia personale vissuta dalla giovane e bella Eliza, che non svelerà ad alcuno e che emergerà solo dopo la sua dipartita, sono gli ingredienti fondamentali di questo libro snello, dalla lettura scorrevole. La memoria familiare e storica di Oronzo Operoso ci fa capire come siano importanti le nostre radici e come il tener vivo il ricordo del passato e di coloro che ci hanno preceduto, getti le basi per la vita futura.
Tutto si tiene e tutto scorre.

(Fabia P., 10.06.21)


È stato importantissimo, ed è fondamentale leggerlo tutto d'un fiato per non perdere i collegamenti, che, devo dire, sono magistralmente distanziati per poi apparirti improvvisamente. Si legge molto piacevolmente e con interesse nella parte descrittiva senza che si possa immaginarne l'epilogo.
Che impressione, perché credo che tutti, al posto di Eliza, avremmo voluto avere lo stesso coraggio. Intanto complimenti a chi ha avuto il coraggio di andare a scavare, e non credo affatto che sia stato facile, anzi. E complimenti anche per l’idea di tradurre il tutto in un libro. La parte iniziale nulla fa presagire del prosieguo. Un plauso a come la narrazione è stata concepita. È emozionante e toccante.

(Massimo G. T., 09.06.21)


ELIZA - Una storia macedone
Cominci a leggerlo e non riesci a smettere , finisci e vorresti leggerne di più...
Interessante e ben circostanziato il vissuto storico, entusiasmante ed emozionante la vicenda umana.

(Alba R., 13.05.21)


Il libro Eliza, una storia macedone, regala una lettura coinvolgente soprattutto perché trattasi di una storia vera. È un libro che ci porta a scoprire la vita, la personalità e le vicissitudini ai tempi della guerra, di questa ragazza di nome Eliza. È un libro da leggere e da scoprire fino in fondo e con un finale da lasciare a bocca aperta. Lo consiglio vivamente.

(Natascha D.R., 25.04.21)


Ho letto questo romanzo in solo due giorni, mi ha appassionata subito sin dalle primissime pagine, tanto da non riuscire a staccarmi, sembrava quasi di vivere la storia insieme ai protagonisti. Leggerlo mi ha certamente arricchita, fatto riflettere e per certi aspetti segnata, che dire, voto DIECI per le innumerevoli emozioni e sensazioni trasmesse e provate.

(Simona C., 18.04.21)


Ambientato nella Macedonia lacerata dalla seconda guerra mondiale, questo libro è la storia della forza di una ragazza macedone e del coraggio di un soldato italiano.
È un libro per chi crede nel destino, per chi crede che le cose accadono sempre per una ragione e che certi incontri non avvengono mai per caso. L’amore tra Luigi e Eliza rappresenta per entrambi un nuovo inizio.
Eliza. Una storia macedone è un libro biografia, molto scorrevole e veloce da leggere, ma allo stesso tempo pieno di emozioni.
Assolutamente consigliato.

(Naumce G., 01.04.21)


Ho avuto il piacere di avere tra le mani il libro Eliza, una sorta di composizione a quattro, o forse molte più mani, su una guerra, e su una storia, che ha lasciato segni indelebili su chiunque in qualche modo l'abbia vissuta. Le prime due, quelle del mio amico Rino, che, con forza e determinazione, hanno voluto scavare, e tirare fuori dalla polvere quella storia, fatta di appunti, di foto, di racconti e di ricordi. E che sarebbe potuta, come tante altre storie, finire nel dimenticatoio. Poi ci sono le mani di Umberto Li Gioi, che riescono a mettere insieme tutti questi elementi e, come un cuoco provetto, amalgamarli e servirli al lettore in un invitante piatto da gustare dall'inizio alla fine, quasi tutto d'un fiato.
Quindi ci sono le mani della gente che quella storia l'ha vissuta sulla propria pelle. Giovani strappati alla propria famiglia e alla propria terra per essere mandati in guerra, quella guerra che faceva così tanta paura. E gli espedienti per tirare avanti e salvare la pelle. Storie di amicizia e di amore, che entrano ed escono dal racconto senza mai sparire completamente.
Storie di famiglie decimate, storie di accoglienza, storie di fughe tra le montagne per affrontare un nemico con una divisa "di un altro colore". Storie di fame e di ristrettezze, di distruzione e di speranza. Storie di violenza al di fuori della guerra. Perché non sempre serve una guerra per tirar fuori il lato peggiore delle persone. Ma anche la storia dell'amore che alla fine vince sempre; sull'odio, sulla paura, sul secco no di un padre preoccupato.
In fondo la storia di ognuno di noi.
Ed è la storia che ci raccontava mio nonno, quando da bambini ci teneva tutti intorno a lui. Fu prigioniero di guerra, in Albania.
Ho letto con piacere e mi sono catapultato nella storia.
Aspettando di conoscere il segreto tra Eliza ed il suo grande amico di sempre. Non vorrei spoilerare aggiungendo altri dettagli, ma posso limitarmi a consigliarne la lettura, anche solo per conoscere meglio, o almeno da un altro punto di vista, qualcosa che, più o meno, accomuna il nostro passato con quello dei nostri "cugini" al di là del mare.

(Fausto F., 12.03.21)



Uno scrigno dove sono custoditi ricordi di affetti personali e legami alla propria terra che mi hanno emozionato e che confermano la sensibilità d'animo che hai sempre dimostrato verso chi come me ha avuto la fortuna di conoscerti. Ora Eliza oltre ad essere la tua storia ed una storia macedone, permettimi Rino amico mio, me la sento anche po' mia.

(Maurizio C., 06.03.21)


L'ho letto: bello, coinvolgente... quasi un racconto da cui trarre un film talmente ci si immaginano le scene; sono solito trasporre immediatamente in immagini ciò che leggo. Interessante quanto opaca porzione di storia italiana è il contesto in cui si svolge buona parte della vicenda, in particolar modo in quei luoghi di cui la media dell’immaginazione collettiva è segnata dal romanzo “Il mandolino del Capitano Corelli” o dal film “Mediterraneo”. Senza esasperazioni la narrazione spinge in circostanze in cui generalmente i conflitti hanno l’ingrato ruolo di dividere e stremare popolazioni; rivoluzionariamente qui unisce due destini, crea un “ponte” sull’Adriatico accomunando persone di diversa origine oltre ogni eventuale barriera. L’intreccio di rapporti fra i numerosi personaggi, oltre che dai sentimenti dettati dalle priorità e per fortuna anche da una onestà di fondo vivida nonostante tutto, infonde al lettore - o almeno a me ha fatto questo effetto - un barlume di fiducia nelle relazioni fra le genti. Un cosa mi lascia però perplesso: il fatto che in ben poche e "indelebili" righe si identifichi un popolo come un tutt'uno di malfattori. Credo sia imparziale e fuori dal contesto in cui certe masse hanno realmente vissuto e quindi costrette a muoversi altrove loro malgrado (situazioni peraltro frequenti nei Balcani)... anche se questo ovviamente non scagiona da atti meschini. Giustifico solo nel rancore provato per l'episodio cruento narrato; una ferita assai dolorosa covata nel tempo che non può non lasciare strascichi istintivi.

(Marco Z., 27.02.21)


Il romanzo racconta la storia che vede protagonisti Luigi e naturalmente Eliza.
Ambientato durante la seconda guerra mondiale è anche - in sottofondo - la Storia, quella con la esse maiuscola, del popolo macedone.
Il destino intreccia le vite di Luigi ed Eliza.
Il primo soldato profugo, la seconda donna Macedone dal carattere forte e dalle decisioni che tratteggiano senza equivoci la sua personalità.
Ci troviamo di fronte, senza voler svelare nulla del libro dalla trama senz'altro avvincente, anche Rino.
Rino che raccoglie in maniera certosina i documenti, gli appunti del suo avo, i racconti della madre e le testimonianze dirette; in particolare la caparbietà di voler lasciare traccia della storia familiare.
E lo scrittore non poteva raccontarlo meglio.

(Luigi L. 20.11.20)


Un libro coinvolgente e appassionante, che ti proietta nel passato e ti fa rivivere un pezzo di storia di un angolo di mondo che sembra così lontano, anche se geograficamente vicino.
Ancora più avvincente, perché i fatti narrati sono stati vissuti realmente e non frutto della fantasia di un bravo scrittore.
Grazie.

(Alessandra, 11.11.20)


Letto tutto d'un fiato!
Bellissimo! Sembra di vivere quei luoghi in prima persona.
Un viaggio in lungo e in largo di due paesi diversi , ma così vicini per certi aspetti.
Un segreto , a mio parere, inaspettato e imprevedibile....che forse è la chiave delle scelte fatte da questa coppia che alla fine decide di vivere nel nostro profondo sud....

(Lucia S., 30.10.20)


Scrivo alcune righe per raccontare le mie impressioni sul libro. Premetto che in grandi linee conoscevo la storia perché Rino me la raccontò qualche anno fa quando fui ospite a casa sua , insieme a mio figlio. Da allora me la sono tenuta dentro e non ho mai parlato con nessuno: mi sembrava che se avessi dovuto farlo, avrei scoperchiato un segreto tenuto tale per decenni. Non mi sembrava il caso di svelare a nessuno una cosa così intima, dolorosa , profonda.
Nonostante ciò sono rimasta stupefatta dal coraggio e senso di giustizia di sua madre Eliza. La sua amicizia con Ljubo ha creato in me un'ammirazione maggiore .Si sa che dalle nostre parti oltre la famiglia anche l'amicizia è sacra.
Anche se ho problemi di concentrazione ho letto il libro in pochi giorni aspettando con tanta ansia quel "fatto" che ha sconvolto la vita di tutta la famiglia, soprattutto quella di Eliza. Quando sono arrivata al punto, ho pianto, pianto tanto. E nello stesso tempo ho sentito l'orgoglio, orgoglio di essere amica , anzi "sestra" di una persona come Rino che sembra un uomo schivo, riservato, un po' nel suo mondo, quasi distaccato. Ma quando lo conosci ti rendi conto che in lui c'è il grande cuore di Eliza e del suo buon padre Luigi.Un cuore che porta il peso enorme di una famiglia per bene, rispettabile, che ha vissuto una grande tragedia che li ha cambiati per sempre.

(05.10.20)


Conoscendo i Balcani ed il loro fascino era impossibile non amare la storia di Eliza.
In un mondo che velocemente stava cambiando sotto gli occhi di tutti, il dolore non ha mai spento la fiamma che ci spinge a cercare una vita serena. Rino lo sa bene, come sua madre e suo padre, protagonisti di questo avvincente libro.
Lo scrittore, Umberto Li Gioi, riesce a narrare le vicende con uno stile scorrevole e mai pesante per il lettore, anche quando i fatti diventano drammatici, si allontana dalla storia dei protagonisti facendoci immedesimare in loro e vedere la realtà dell'epoca con i loro occhi.
Se si vuole conoscere una delle migliaia di sfaccettature della parte più antica d'Europa non avete che da leggere "Eliza, una storia macedone" e scoprire che la Macedonia non è così lontana da noi e offre un specchio verso un mondo apparentemente nuovo ma che è, tutt'oggi, aggrappato al passato. Oggi come allora, le nubi sulla Macedonia sono forse oscure, ma ci sarà non una, ma tante Eliza pronte/i a far risplendere il sole.

(Marko T., 02.10.20)


Vita, morte, odio ma soprattutto amore: ci sta tutto nel libro ELIZA e il finale che non ti aspetti fa sì che tutti siano spronati a cercare nel proprio passato la realtà che oggi viviamo.
E' una storia emotivamente molto intensa e coinvolgente e la narrazione degli eventi tragici della guerra e la ricerca delle proprie radici porta a un confrontarsi con la vita vissuta da ognuno di noi. Con le nostre guerre, con le nostre tragicità, sempre alla ricerca della propria verità."

(Dora P., 29.06.20)


Rino...ieri ho finito di leggere il tuo libro e devo dire che mi ha coinvolto molto.
Come sempre riconosco in te la tua capacità e caparbietà nel raggiungere i tuoi obiettivi.
Hai raccontato la storia della tua famiglia a cui sei stato sempre molto legato e hai dato modo di farla conoscere anche a tante altre persone.
Hai fatto conoscere la straordinaria donna che è stata tua madre e le sue radici, hai raccontato come tuo padre si è ritrovato a dover affrontare la vita da uomo in tempi molto difficili pur essendo solo un ragazzo.
Questa storia risalta le vere amicizie e l'importanza di avere gli affetti di una famiglia alle spalle...
Con la stima di sempre ti faccio i migliori complimenti e ti auguro una buona vita...

(Enzo D. S., 08.05.20)


Rino, ho appena chiuso il libro. Dentro di me sto ancora tremando. Forte, forte, forte. Ho vissuto tra le righe sentimenti di condivisione, noi che siamo divisi, appartenenti a mondi diversi.
Questo libro DEVE essere conosciuto.
Io ho riconosciuto la stessa voglia mia di trasmettere ai figli il legame che porto dentro di me. Ho capito subito, dall'inizio, tua madre.

(Tatjana P., 17.04.20)


Un bella storia, una bella storia d'amore: storia di etnie, storia di guerra, di povertà e di ricchezza, di amore e di odio, di coraggio e di tenacia!
Hai fatto bene a scriverla e l'hai scritta bene, tra il rigore per la ricostruzione storica, il pudore per una storia intima non tua, nel rispetto di sentimenti che chiedono voce per sopravvivere al silenzio.
Io l'ho letto così

(Antonella I., 31.03.20)


La lettura di questo libro ti porta tra gli odori ed i sapori della storia di una famiglia, che paradossalmente si intreccia nella Storia di una Nazione, e centellina gli avvenimenti come lo stridio di una goccia che scava nella roccia. Gli avvenimenti personali del protagonista, diventano la Storia di un Paese, la fame di un singolo soldato diviene la fame e la sconfitta di una Nazione. In questi meandri storici spicca come un baluardo, una "grande famiglia", non per lignaggio, ma per spessore morale, che si erge al di sopra delle comuni pochezze e meschinità umane, tanto da segnarne la linea di demarcazione. E come nelle migliori vicende, circondate da un substrato di spazzatura, detriti e letame, sboccia questo fiore, una "Storia d'amore vera", che intrecciandosi agli eventi e rendendoli il palinsesto della propria esistenza, resiste ai colpi d'ascia della Storia, una vita più grande di lei. Infine un finale vero degno di un colpo di scena da thriller, tutto da gustare: un consiglio leggere tutto di un fiato.

(Dott. Giuseppina, 11.04.20)


 E' un bellissimo libro di vita, di morte, di odio e di amore. Che poi a dire il vero si intrecciano sempre ricordandoci come non siano possibili le une senza gli altri.
L’autore è molto abile ed utilizza la penna in maniera leggiadra, leggera ma non superficiale, semplice ma non semplicitistica. Lo reputo una grande narratore e spesso durante la lettura ho avuto la sensazione di essere di fronte ad un menestrello, un magnifico cantastorie di una corte normanna, magari nella sua Sicilia, in un nobile tempo passato.
Ed è proprio il “tempo” il vero nastro su cui scorre come una bellissima pellicola tutta la storia.
Storia che si sviluppa su diversi piani di narrazione: passato remoto (ma non troppo), passato prossimo e presente. Il nastro della pellicola cattura fotogrammi ora in bianco e nero ora a colori. E li racconta, vivendoli.

L’autore ripercorre - non solo in maniera figurata ma in parte proprio fisicamente - i luoghi dove la famiglia del suo fraterno amico Rino vivevano. Le terre povere del Sud Italia, il mar Egeo, la Guerra mondiale, la Grecia insulare e l’arida ma dignitosa Macedonia.

Emerge, grazie ai ricordi che Rino (Oronzo Operoso) ha voluto gentilmente - immagino dopo anni di sofferte riflessioni - concedere al mondo, la figura di sua madre Eliza.

Una donna d’altri tempi, una donna che si è’ trovata suo malgrado a crescere prima del tempo. Una ragazza macedone forte, resistente, resiliente, dotata di una sensibilità e di un coraggio fuori dal comune. E il suo amato, contadino italiano, più avvezzo all’arte del parrucchiere che del soldato armato di fucile. Quel fucile che gli è’ stato messo in mano dalla Storia, strappandolo dalla propria terra e dalla propria famiglia.
Il diario e i ricordi di Oronzo si aprono, si schiudono, lasciano che l’autore li riveli e, con una melodia melanconica, li srotoli in una bellissima sinfonia.
E’ un romanzo polifonico, ora greve ora leggero. Ora allegro ora triste. Con una gestione sapiente dei dialoghi.
La melodia, che disegna la musica in orizzontale, è’ costituita dalla storia di Eliza e il suo grande amore; l’armonia, che svolge lo stesso mestiere ma in verticale, narra diverse storie in diversi momenti storici.
Ne esce un geometrismo perfetto, che in un climax inarrestabile svela il volto dell’orrore, dell’amore, della morte e della nuova vita. Come una tragedia teatrale, struggente e bellissima.
Purtroppo però non è solo romanzo, è anche parte del vissuto di una famiglia. La Famiglia di Rino. Storia vera, vissuta, sofferta e pianta. Di dolore e di felicità. Pianto liberatorio, pioggia purificatrice.
E allora grazie a Rino per averci fatto conoscere la storia della sua famiglia e grazie a Umberto per il suo bellissimo lavoro di ricerca e stesura letteraria.

(Lorenzo G., 03.03.20)


Un libro da leggere di una storia vera, con persone, sentimenti, paure vere, in un contesto di guerra e forti sentimenti. Avvincente come una sceneggiatura, ti porta a vivere la vicenda di Eliza come propria. Complimenti al mio amico Oronzo ed allo scrittore di quest'opera.

(Francesco B., 31.01.20)


Raramente capita di leggere un libro che parla di persone che hai conosciuto. Il libro mi ha fatto comprendere, a distanza di tanti anni, i silenzi dei protagonisti di una brutta pagina per il popolo macedone. Ma anche una bellissima storia d'amore.
Libro pieno di emozioni pertanto , poiché l'emozione é il cemento della memoria, difficile da dimenticare. Chapeau.

(Guido F, 08.01.20)



Vorrei fare i complimenti allo scrittore del libro e al mio amico Rino per il suo racconto. Un libro semplicemente straordinario che ti appassiona e Ti coinvolge dall'inizio alla fine. Una storia d'amore e di vita semplice che si tuffa nel passato per farti riscoprire le nostre radici e quei valori spesso dimenticati.

(Rocco L., 02.01.20)


Ho avuto, grazie a Rino, il piacere di leggere il libro appena uscito.
Bellissimo scorrevole e commovente.
Una storia d'amore e di vita che ti prende e non ti fa staccare dalla lettura fino al termine del romanzo.
Complimenti alla storia a chi l'ha raccontato e a chi l'ha scritta.
Un libro straordinario.

(Ivan G. 26.12.19)