Al momento il tuo carrello è vuoto
4 febbraio 2020
Vai al link o scarica il pdf
La Tre3, 20 febbraio 2020
Vai al link o scarica il pdf
Bellissima e avvincente storia. Un grande atto d'amore da parte di un figlio voler raccontare la vita avventurosa dei propri genitori, cercando di capire e svelare parte di quella vita rimasta quasi un mistero per troppo tempo. Molte volte cercare le proprie radici ci fa comprendere molti aspetti di noi stessi.
(Anna Maria C. 27.08.21)
Eliza mi ha
sussurrato il suo desiderio tutto l’inverno e insieme ai colori della copertina
del suo libro, simbolo inequivocabile dell’identità di un popolo tanto forte
quanto martoriato dalla storia, mi ha convinto a rileggere un’opera, quella di
Umberto Li Gioi, che avevo già letto lo scorso anno, ma che mi aveva lasciato
un senso di impotenza, di sorpresa, di dolore. Di sgomento.
L’ho portato con me,
per leggerlo durante le mie vacanze in camper, fra le valli e le vette di una
verde e fresca Svizzera, nel nulla e nel tutto del silenzio rotto solo
dall’aria frizzante che accompagnava i campanacci dei pascoli agli alpeggi,
sinfonia e colonna sonora pura di una lettura che mi ha immerso in un mondo
parallelo.
Pagina dopo pagina
sono entrato - ora come lo scorso anno - a vivere dei momenti teneri, d’amore, ma
anche di paura, di colpi di scena, di drammi assoluti, di sfregi senza senso,
abbracciando un periodo storico veramente buio che sarebbe bello poter
dimenticare, ma che deve essere monito per chi è dopo di noi, perché non si
commettano più gli stessi errori. Disumani.
È stato bravo Umberto
a catapultarmi in un racconto dove mi sono trovato a vivere accanto a
personaggi che non sono frutto di fantasia ma di splendida e purtroppo cruda
realtà.
Mi sono sentito
anch’io un personaggio, trasparente, del libro.
Ho bevuto rakija nella
kafana di Kicevo, mi sono fatto radere da “Ugo” nella sua bottega, mentre
canticchiava per concentrarsi sul taglio delle basette, ho ascoltato le cicale
che accompagnavano il meltemi di una Rodi martoriata da una guerra fratricida.
Ho passeggiato con
Trajan Trajkoski tra le bancarelle dei mercati macedoni, osservando la generosità
di un Sindaco amato e rispettato dalla sua gente.
Ho vagato fra le
colline di una Macedonia dilaniata, facendomi ospitare da famiglie dal cuore
d’oro, pronte a rischiare tutto pur di aiutare giovani disperati in fuga dagli
orrori della guerra.
Ho mangiato a sazietà
al matrimonio di Eliza e Luigi, con festa e danze senza fine, in un “felice
intermezzo tra la guerra e il ritorno alla vita”.
Ho corso in bici,
accompagnando la ciondolante andatura di Eliza, tra Premka e Kicevo, lungo la
schiumosa Temnica.
Ero fra la calca di
Premka, quando Eliza e Ljubo si sono rivisti fra le campane a festa e il non
riuscire a comprendere del giovane Rino.
Ho tenuto compagnia a
Ljubo, nelle calde notti estive, parlando alle fredde tombe del suo cimitero
sovrastato da urla silenziose. E nel pesante fardello che si è portato dentro
tutta la vita, ho giustificato il suo volere finale, confondendo vendetta e
perdono.
E purtroppo ero sempre
con Ljubo, in quella maledetta vigilia di Pasqua del 1944, quando Miljeva
Atanaskova e la giovane Desa presero il calesse per andare a portare da
mangiare ai rifugiati.
Ho pianto, ho pianto
tanto, di emozione e di rabbia, perché il sapiente fluire del racconto di
Umberto mi ha fatto “vivere” momenti tremendi, immedesimandomi nei personaggi e
nella storia.
Una storia
meravigliosa, raccontata con arte nobile, una sorta di Bolero di Claude
Lelouche, regista che segue il racconto di più personaggi che alla fine si
ritrovano nello stesso luogo, nello stesso istante.
Anche questa storia,
così raccontata, meriterebbe il grande schermo.
I fatti raccontati da
Rino, da Umberto, da Eliza, da Luigi, chiedono particolare attenzione, perché
il concatenarsi degli eventi riesce a creare un capolavoro di dolore e
sofferenza. Di incredulità.
È nello stesso tempo
un romanzo giallo, un testo storico, un racconto d’amore e lo stesso autore è
stato bravo a creare un unico filo conduttore che è riuscito a portare il
lettore a scoprire una delle verità che l’uomo tende a ricercare sempre nella
vita, ma dalle quali spesso si fugge.
Consciamente o
inconsapevolmente.
E anche qui, metafora
del sapere, riscopriamo che “esistono sempre due verità: quella che tu conosci
e quella che tu non sai”
(Piero P., 18.08.21)
Carissimo
Umberto, sono riuscito a leggere
anche il terzo romanzo, ELIZA.
Premetto che anche
stavolta mi è piaciuto. Adesso sono in grado di stilare un commento più preciso
sull’evoluzione della tua produzione.
ELIZA si colloca
senz’altro su un gradino superiore rispetto a KALEMEGDAN per quanto riguarda lo
stile e la gestione dei dettagli e delle parti didascaliche, a cui ti avevo
accennato nelle precedenti mail.
I dialoghi risultano
più funzionali al contesto della narrazione. Tutto questo rende il linguaggio
molto più spontaneo e meno ricercato, per cui la lettura si fa decisamente più
fluida e piacevole.
I personaggi secondari
cominciano ad assumere una fisionomia più rispondente alle esigenze di una
narrazione.
Apprezzabile e
riuscito il tentativo di scrivere un romanzo a due voci.
Il filo conduttore
della narrazione è più evidente rispetto a KALEMEGDAN e accompagna il lettore
fino alla fine. Un andamento molto cinematografico. Anche grazie alle tue
descrizioni, che costituiscono uno dei punti di forza dell'approccio narrativo.
In particolare per la
piacevolezza della scrittura e l’accuratezza della documentazione.
Il libro ha una
fisionomia ben definita e riesce a tenere il lettore incollato dalla prima
all’ultima pagina e, come tale, la coesione narrativa risulta l’elemento
cruciale: un fattore ancora più determinante dell’intreccio di per sé, per
quanto avvincente e ben scritto possa essere!"
(Claudio B., 16.08.21)
Vivere significa risolvere i problemi che il
caso ci pone innanzi. Raccogliere in un articolato racconto le vicissitudini
che abbiamo affrontato ci può aiutare a scoprire magari il senso ....il filo
che lega gli avvenimenti dell'esistenza. Ma ciò che più conta é il desiderio di
condividere magari attraverso la lettura con il prossimo, in questo caso il
lettore, che scorre le pagine della tua vita... Scrivete ancora caro Rino e
Umberto
(Claudio C. 09.08.21)
Difficilmente mi
accosto a libri che ”narrano” delle due guerre mondiali. Ma leggere questo, per
i riferimenti che vi ho trovato, mi è servito a squarciare un velo che non
avevo il coraggio di scostare e a lenire una ferita mai rimarginata in me. E
allora mi sono venuti alla mente tutti i ricordi di quell’uomo che non ha mai
voluto scaricare, forse così pensava, i suoi brutti ricordi legati alla guerra:
anche lui veniva da un paese della grecia salentina, anche lui bravo nel
parlare il grico, partito come volontario , anche lui nelle stesse zone
descritte nel libro, per finire, dopo l’armistizio, in un campo dì
concentramento tedesco.
Nostalgia di un padre
che non ho più e rimpianto per non avere avuto il coraggio di dirgli: "parlami
di quegli anni, ti voglio ascoltare.. ora è tutto passato". Alla fine ho
parlato di me, ma grazie per avermi dato
questa opportunità .
Il vostro libro è un
opera d'arte.
(Maria Paola C. - agosto 2021)
Ho letto il
libro tutto d’un fiato. Mi è piaciuto
tantissimo.
Una storia vera.
Ambientata nella Macedonia durante la seconda guerra mondiale e periodo appena
seguente. La storia di una ragazza macedone e di un ragazzo italiano. Mentre
ora possiamo dire che è quasi una prassi il matrimonio “misto” allora chissà
quanti paradossi ...
Interessante anche il
periodo storico che, sia nei ricordi sia nelle ricerche di Rino e dell’autore,
coinvolge i lettori più appassionati. Tempo fa ho fatto un viaggio in treno da
Trieste e Verona. Il vecchio Simplon Express che partiva da Belgrado. C’era un
signore bresciano che tornava a casa dopo un incidente. Sul treno quasi tutte
persone Macedoni e slave ... persone veramente squisite.
Ecco leggendo il libro
mi sono ricordata anche di loro.
Consiglio a tutti di
leggere questo meraviglioso libro
(Giuliana M. , 30.06.21)
Una bella
lettura, che ci trasporta dalla Puglia in Grecia ed infine in Macedonia, nel
periodo della seconda guerra mondiale... un quaderno e vecchie foto del padre
con la madre, un segreto inconfessabile, fungono da stimolo per Rino per fare
un viaggio in Macedonia, per riscoprire proprie radici.
L'autore del libro ha
completato la ricerca con un viaggio a Rodi, raccogliendo i ricordi di chi ha
vissuto quel periodo di occupazione...
Personalmente mi è
piaciuto molto, oltre ad avermi commossa ho scoperto tratti di storia che non
conoscevo... più un sottile dolore e vergogna, in quanto italiana, nei
confronti di questo popolo così accogliente e generoso "
(Paola T., 14.06.21)
La storia vera e straordinaria , raccontata da un
figlio con l’immenso amore per i propri genitori.
(Vesna Z., 10.06.21)
Il bel libro Eliza, una storia macedone, scritto da Umberto Li Gioi, ripercorre
le vicende familiari e storiche dei genitori di Oronzo Operoso, che ne è la
voce narrante.
Un amore tra due
giovani sbocciato in tempi cupi, le tensioni etniche così vive ora come allora
nei Balcani, la tragedia personale vissuta dalla giovane e bella Eliza, che non
svelerà ad alcuno e che emergerà solo dopo la sua dipartita, sono gli
ingredienti fondamentali di questo libro snello, dalla lettura scorrevole. La
memoria familiare e storica di Oronzo Operoso ci fa capire come siano
importanti le nostre radici e come il tener vivo il ricordo del passato e di
coloro che ci hanno preceduto, getti le basi per la vita futura.
Tutto si tiene e tutto
scorre.
(Fabia P., 10.06.21)
È stato
importantissimo, ed è fondamentale leggerlo tutto d'un fiato per non perdere i
collegamenti, che, devo dire, sono magistralmente distanziati per poi apparirti
improvvisamente. Si legge molto piacevolmente e con interesse nella parte
descrittiva senza che si possa immaginarne l'epilogo.
Che impressione,
perché credo che tutti, al posto di Eliza, avremmo voluto avere lo stesso
coraggio. Intanto complimenti a chi ha avuto il coraggio di andare a scavare, e
non credo affatto che sia stato facile, anzi. E complimenti anche per l’idea di
tradurre il tutto in un libro. La parte iniziale nulla fa presagire del
prosieguo. Un plauso a come la narrazione è stata concepita. È emozionante e
toccante.
(Massimo G. T., 09.06.21)
ELIZA - Una
storia macedone
Cominci a leggerlo e
non riesci a smettere , finisci e vorresti leggerne di più...
Interessante e ben
circostanziato il vissuto storico, entusiasmante ed emozionante la vicenda
umana.
(Alba R., 13.05.21)
Il libro Eliza, una storia macedone,
regala una lettura coinvolgente soprattutto perché trattasi di una storia vera.
È un libro che ci porta a scoprire la vita, la personalità e le vicissitudini
ai tempi della guerra, di questa ragazza di nome Eliza. È un libro da leggere e
da scoprire fino in fondo e con un finale da lasciare a bocca aperta. Lo
consiglio vivamente.
(Natascha D.R., 25.04.21)
Ho letto questo romanzo in solo due giorni, mi ha appassionata subito sin dalle primissime pagine, tanto da non riuscire a staccarmi, sembrava quasi di vivere la storia insieme ai protagonisti. Leggerlo mi ha certamente arricchita, fatto riflettere e per certi aspetti segnata, che dire, voto DIECI per le innumerevoli emozioni e sensazioni trasmesse e provate.
(Simona C., 18.04.21)
Ambientato nella
Macedonia lacerata dalla seconda guerra mondiale, questo libro è la storia
della forza di una ragazza macedone e del coraggio di un soldato italiano.
È un libro per chi
crede nel destino, per chi crede che le cose accadono sempre per una ragione e
che certi incontri non avvengono mai per caso. L’amore tra Luigi e Eliza
rappresenta per entrambi un nuovo inizio.
Eliza. Una storia
macedone è un libro biografia, molto scorrevole e veloce da leggere, ma allo
stesso tempo pieno di emozioni.
Assolutamente
consigliato.
(Naumce G., 01.04.21)
Ho avuto il
piacere di avere tra le mani il libro Eliza, una sorta di
composizione a quattro, o forse molte più mani, su una guerra, e su una storia,
che ha lasciato segni indelebili su chiunque in qualche modo l'abbia vissuta.
Le prime due, quelle del mio amico Rino, che, con forza e determinazione, hanno
voluto scavare, e tirare fuori dalla polvere quella storia, fatta di appunti,
di foto, di racconti e di ricordi. E che sarebbe potuta, come tante altre
storie, finire nel dimenticatoio. Poi ci sono le mani di Umberto Li Gioi, che
riescono a mettere insieme tutti questi elementi e, come un cuoco provetto,
amalgamarli e servirli al lettore in un invitante piatto da gustare dall'inizio
alla fine, quasi tutto d'un fiato.
Quindi ci sono le mani
della gente che quella storia l'ha vissuta sulla propria pelle. Giovani
strappati alla propria famiglia e alla propria terra per essere mandati in
guerra, quella guerra che faceva così tanta paura. E gli espedienti per tirare
avanti e salvare la pelle. Storie di amicizia e di amore, che entrano ed escono
dal racconto senza mai sparire completamente.
Storie di famiglie
decimate, storie di accoglienza, storie di fughe tra le montagne per affrontare
un nemico con una divisa "di un altro colore". Storie di fame e di
ristrettezze, di distruzione e di speranza. Storie di violenza al di fuori
della guerra. Perché non sempre serve una guerra per tirar fuori il lato
peggiore delle persone. Ma anche la storia dell'amore che alla fine vince
sempre; sull'odio, sulla paura, sul secco no di un padre preoccupato.
In fondo la storia di
ognuno di noi.
Ed è la storia che ci
raccontava mio nonno, quando da bambini ci teneva tutti intorno a lui. Fu
prigioniero di guerra, in Albania.
Ho letto con piacere e
mi sono catapultato nella storia.
Aspettando di
conoscere il segreto tra Eliza ed il suo grande amico di sempre. Non vorrei
spoilerare aggiungendo altri dettagli, ma posso limitarmi a consigliarne la
lettura, anche solo per conoscere meglio, o almeno da un altro punto di vista,
qualcosa che, più o meno, accomuna il nostro passato con quello dei nostri
"cugini" al di là del mare.
(Fausto F., 12.03.21)
Uno scrigno dove sono custoditi ricordi di affetti
personali e legami alla propria terra che mi hanno emozionato e che confermano
la sensibilità d'animo che hai sempre dimostrato verso chi come me ha avuto la
fortuna di conoscerti. Ora Eliza oltre ad essere la tua storia ed una storia
macedone, permettimi Rino amico mio, me la sento anche po' mia.
(Maurizio C., 06.03.21)
L'ho letto: bello, coinvolgente... quasi un racconto da
cui trarre un film talmente ci si immaginano le scene; sono solito trasporre
immediatamente in immagini ciò che leggo. Interessante quanto opaca porzione di
storia italiana è il contesto in cui si svolge buona parte della vicenda, in
particolar modo in quei luoghi di cui la media dell’immaginazione collettiva è
segnata dal romanzo “Il mandolino del Capitano Corelli” o dal film
“Mediterraneo”. Senza esasperazioni la narrazione spinge in circostanze in cui
generalmente i conflitti hanno l’ingrato ruolo di dividere e stremare
popolazioni; rivoluzionariamente qui unisce due destini, crea un “ponte”
sull’Adriatico accomunando persone di diversa origine oltre ogni eventuale
barriera. L’intreccio di rapporti fra i numerosi personaggi, oltre che dai
sentimenti dettati dalle priorità e per fortuna anche da una onestà di fondo
vivida nonostante tutto, infonde al lettore - o almeno a me ha fatto questo
effetto - un barlume di fiducia nelle relazioni fra le genti. Un cosa mi lascia
però perplesso: il fatto che in ben poche e "indelebili" righe si
identifichi un popolo come un tutt'uno di malfattori. Credo sia imparziale e
fuori dal contesto in cui certe masse hanno realmente vissuto e quindi
costrette a muoversi altrove loro malgrado (situazioni peraltro frequenti nei
Balcani)... anche se questo ovviamente non scagiona da atti meschini. Giustifico
solo nel rancore provato per l'episodio cruento narrato; una ferita assai
dolorosa covata nel tempo che non può non lasciare strascichi istintivi.
(Marco Z., 27.02.21)
Il romanzo racconta la
storia che vede protagonisti Luigi e naturalmente Eliza.
Ambientato durante la
seconda guerra mondiale è anche - in sottofondo - la Storia, quella con la esse
maiuscola, del popolo macedone.
Il destino intreccia
le vite di Luigi ed Eliza.
Il primo soldato
profugo, la seconda donna Macedone dal carattere forte e dalle decisioni che
tratteggiano senza equivoci la sua personalità.
Ci troviamo di fronte,
senza voler svelare nulla del libro dalla trama senz'altro avvincente, anche
Rino.
Rino che raccoglie in
maniera certosina i documenti, gli appunti del suo avo, i racconti della madre
e le testimonianze dirette; in particolare la caparbietà di voler lasciare
traccia della storia familiare.
E lo scrittore non
poteva raccontarlo meglio.
(Luigi L. 20.11.20)
Un libro
coinvolgente e appassionante, che ti proietta nel passato e ti fa rivivere un
pezzo di storia di un angolo di mondo che sembra così lontano, anche se
geograficamente vicino.
Ancora più avvincente,
perché i fatti narrati sono stati vissuti realmente e non frutto della fantasia
di un bravo scrittore.
Grazie.
(Alessandra, 11.11.20)
Letto tutto d'un
fiato!
Bellissimo! Sembra di
vivere quei luoghi in prima persona.
Un viaggio in lungo e
in largo di due paesi diversi , ma così vicini per certi aspetti.
Un segreto , a mio
parere, inaspettato e imprevedibile....che forse è la chiave delle scelte fatte
da questa coppia che alla fine decide di vivere nel nostro profondo sud....
(Lucia S., 30.10.20)
Scrivo alcune
righe per raccontare le mie impressioni sul libro. Premetto che in grandi linee
conoscevo la storia perché Rino me la raccontò qualche anno fa quando fui
ospite a casa sua , insieme a mio figlio. Da allora me la sono tenuta dentro e
non ho mai parlato con nessuno: mi sembrava che se avessi dovuto farlo, avrei
scoperchiato un segreto tenuto tale per decenni. Non mi sembrava il caso di
svelare a nessuno una cosa così intima, dolorosa , profonda.
Nonostante ciò sono
rimasta stupefatta dal coraggio e senso di giustizia di sua madre Eliza. La sua
amicizia con Ljubo ha creato in me un'ammirazione maggiore .Si sa che dalle
nostre parti oltre la famiglia anche l'amicizia è sacra.
Anche se ho problemi
di concentrazione ho letto il libro in pochi giorni aspettando con tanta ansia
quel "fatto" che ha sconvolto la vita di tutta la famiglia,
soprattutto quella di Eliza. Quando sono arrivata al punto, ho pianto, pianto
tanto. E nello stesso tempo ho sentito l'orgoglio, orgoglio di essere amica ,
anzi "sestra" di una persona come Rino che sembra un uomo schivo,
riservato, un po' nel suo mondo, quasi distaccato. Ma quando lo conosci ti
rendi conto che in lui c'è il grande cuore di Eliza e del suo buon padre Luigi.Un
cuore che porta il peso enorme di una famiglia per bene, rispettabile, che ha
vissuto una grande tragedia che li ha cambiati per sempre.
(05.10.20)
Conoscendo i Balcani
ed il loro fascino era impossibile non amare la storia di Eliza.
In un mondo che velocemente
stava cambiando sotto gli occhi di tutti, il dolore non ha mai spento la fiamma
che ci spinge a cercare una vita serena. Rino lo sa bene, come sua madre e suo
padre, protagonisti di questo avvincente libro.
Lo scrittore, Umberto
Li Gioi, riesce a narrare le vicende con uno stile scorrevole e mai pesante per
il lettore, anche quando i fatti diventano drammatici, si allontana dalla
storia dei protagonisti facendoci immedesimare in loro e vedere la realtà
dell'epoca con i loro occhi.
Se si vuole conoscere
una delle migliaia di sfaccettature della parte più antica d'Europa non avete
che da leggere "Eliza, una storia macedone" e scoprire che la
Macedonia non è così lontana da noi e offre un specchio verso un mondo
apparentemente nuovo ma che è, tutt'oggi, aggrappato al passato. Oggi come
allora, le nubi sulla Macedonia sono forse oscure, ma ci sarà non una, ma tante
Eliza pronte/i a far risplendere il sole.
(Marko T., 02.10.20)
Vita, morte, odio ma
soprattutto amore: ci sta tutto nel libro ELIZA e il finale che non ti aspetti
fa sì che tutti siano spronati a cercare nel proprio passato la realtà che oggi
viviamo.
E' una storia
emotivamente molto intensa e coinvolgente e la narrazione degli eventi tragici
della guerra e la ricerca delle proprie radici porta a un confrontarsi con la
vita vissuta da ognuno di noi. Con le nostre guerre, con le nostre tragicità,
sempre alla ricerca della propria verità."
(Dora P., 29.06.20)
Rino...ieri ho finito di leggere il tuo libro e devo dire che mi ha
coinvolto molto.
Come sempre riconosco in te la tua capacità e caparbietà nel raggiungere i
tuoi obiettivi.
Hai raccontato la storia della tua famiglia a cui sei stato sempre molto
legato e hai dato modo di farla conoscere anche a tante altre persone.
Hai fatto conoscere la straordinaria donna che è stata tua madre e le sue
radici, hai raccontato come tuo padre si è ritrovato a dover affrontare la vita da uomo in tempi molto difficili pur essendo solo un
ragazzo.
Questa storia risalta le vere amicizie e l'importanza di avere gli affetti
di una famiglia alle spalle...
Con la stima di sempre ti faccio i migliori complimenti e ti auguro una
buona vita...
(Enzo D. S., 08.05.20)
Rino, ho appena chiuso
il libro. Dentro di me sto ancora tremando. Forte, forte, forte. Ho vissuto tra
le righe sentimenti di condivisione, noi che siamo divisi, appartenenti a mondi
diversi.
Questo libro DEVE
essere conosciuto.
Io ho riconosciuto la
stessa voglia mia di trasmettere ai figli il legame che porto dentro di me. Ho
capito subito, dall'inizio, tua madre.
(Tatjana P., 17.04.20)
Un bella storia, una
bella storia d'amore: storia di etnie, storia di guerra, di povertà e di
ricchezza, di amore e di odio, di coraggio e di tenacia!
Hai fatto bene a
scriverla e l'hai scritta bene, tra il rigore per la ricostruzione storica, il
pudore per una storia intima non tua, nel rispetto di sentimenti che chiedono
voce per sopravvivere al silenzio.
Io l'ho letto così
(Antonella I., 31.03.20)
La lettura di questo libro ti porta tra gli
odori ed i sapori della storia di una famiglia, che paradossalmente si
intreccia nella Storia di una Nazione, e centellina gli avvenimenti come lo
stridio di una goccia che scava nella roccia. Gli avvenimenti personali del
protagonista, diventano la Storia di un Paese, la fame di un singolo soldato
diviene la fame e la sconfitta di una Nazione. In questi meandri storici spicca
come un baluardo, una "grande famiglia", non per lignaggio, ma per
spessore morale, che si erge al di sopra delle comuni pochezze e meschinità
umane, tanto da segnarne la linea di demarcazione. E come nelle migliori
vicende, circondate da un substrato di spazzatura, detriti e letame, sboccia questo
fiore, una "Storia d'amore vera", che intrecciandosi agli eventi e
rendendoli il palinsesto della propria esistenza, resiste ai colpi d'ascia
della Storia, una vita più grande di lei. Infine un finale vero degno di un
colpo di scena da thriller, tutto da gustare: un consiglio leggere tutto di un
fiato.
(Dott. Giuseppina, 11.04.20)
E' un bellissimo libro di
vita, di morte, di odio e di amore. Che poi a dire il vero si intrecciano
sempre ricordandoci come non siano possibili le une senza gli altri.
L’autore è molto abile ed utilizza la penna in
maniera leggiadra, leggera ma non superficiale, semplice ma non
semplicitistica. Lo reputo una grande narratore e spesso durante la lettura ho
avuto la sensazione di essere di fronte ad un menestrello, un magnifico
cantastorie di una corte normanna, magari nella sua Sicilia, in un nobile tempo
passato.
Ed è proprio il “tempo” il vero nastro su cui scorre
come una bellissima pellicola tutta la storia.
Storia che si sviluppa su diversi piani di narrazione:
passato remoto (ma non troppo), passato prossimo e presente. Il nastro della
pellicola cattura fotogrammi ora in bianco e nero ora a colori. E li racconta,
vivendoli.
L’autore ripercorre - non solo in maniera figurata ma in parte proprio fisicamente - i luoghi dove la famiglia del suo fraterno amico Rino vivevano. Le terre povere del Sud Italia, il mar Egeo, la Guerra mondiale, la Grecia insulare e l’arida ma dignitosa Macedonia.
Emerge, grazie ai ricordi che Rino (Oronzo Operoso) ha voluto gentilmente - immagino dopo anni di sofferte riflessioni - concedere al mondo, la figura di sua madre Eliza.
Una donna d’altri tempi, una donna che si è’ trovata
suo malgrado a crescere prima del tempo. Una ragazza macedone forte,
resistente, resiliente, dotata di una sensibilità e di un coraggio fuori dal
comune. E il suo amato, contadino italiano, più avvezzo all’arte del
parrucchiere che del soldato armato di fucile. Quel fucile che gli è’ stato
messo in mano dalla Storia, strappandolo dalla propria terra e dalla propria
famiglia.
Il diario e i ricordi di Oronzo si aprono, si
schiudono, lasciano che l’autore li riveli e, con una melodia melanconica, li
srotoli in una bellissima sinfonia.
E’ un romanzo polifonico, ora greve ora leggero. Ora
allegro ora triste. Con una gestione sapiente dei dialoghi.
La melodia, che disegna la musica in orizzontale, è’
costituita dalla storia di Eliza e il suo grande amore; l’armonia, che svolge
lo stesso mestiere ma in verticale, narra diverse storie in diversi momenti
storici.
Ne esce un geometrismo perfetto, che in un climax
inarrestabile svela il volto dell’orrore, dell’amore, della morte e della nuova
vita. Come una tragedia teatrale, struggente e bellissima.
Purtroppo però non è solo romanzo, è anche parte del
vissuto di una famiglia. La Famiglia di Rino. Storia vera, vissuta, sofferta e
pianta. Di dolore e di felicità. Pianto liberatorio, pioggia purificatrice.
E allora grazie a Rino per averci fatto conoscere la
storia della sua famiglia e grazie a Umberto per il suo bellissimo lavoro di
ricerca e stesura letteraria.
(Lorenzo G., 03.03.20)
Un libro da leggere di una storia vera, con persone,
sentimenti, paure vere, in un contesto di guerra e forti sentimenti. Avvincente
come una sceneggiatura, ti porta a vivere la vicenda di Eliza come propria.
Complimenti al mio amico Oronzo ed allo scrittore di quest'opera.
(Francesco B., 31.01.20)
Raramente capita di leggere un libro che parla di
persone che hai conosciuto. Il libro mi ha fatto comprendere, a distanza di
tanti anni, i silenzi dei protagonisti di una brutta pagina per il popolo
macedone. Ma anche una bellissima storia d'amore.
Libro pieno di emozioni pertanto , poiché l'emozione é
il cemento della memoria, difficile da dimenticare. Chapeau.
(Guido F, 08.01.20)
Vorrei fare i complimenti allo scrittore del libro e al mio amico
Rino per il suo racconto. Un libro semplicemente straordinario che ti
appassiona e Ti coinvolge dall'inizio alla fine. Una storia d'amore e di vita
semplice che si tuffa nel passato per farti riscoprire le nostre radici e quei
valori spesso dimenticati.
(Rocco L., 02.01.20)
Ho avuto, grazie a Rino, il piacere di leggere
il libro appena uscito.
Bellissimo scorrevole e commovente.
Una storia d'amore e di vita che ti prende e non ti fa
staccare dalla lettura fino al termine del romanzo.
Complimenti alla storia a chi l'ha raccontato e a chi
l'ha scritta.
Un libro straordinario.
(Ivan G. 26.12.19)