Escursione storica, culturale e paesaggistica a Valrovina
Ieri abbiamo effettuato una nuova escursione a Valrovina (Bassano del Grappa - Vicenza), partendo da Contrà Chiesa Valrovina, verso l'Eremo di San Bovo.
Ve ne raccontiamo alcuni passaggi, a didascalia delle immagini.

San Bovo è protettore degli animali domestici




Chiudiamo in bellezza il nostro cammino con il fascino e la grazia di una fioritura di glicine.
Ve ne raccontiamo alcuni passaggi, a didascalia delle immagini.

Il Sentiero del Castegnile conduce a Contrà Caluga, attraverso un bosco di castagni, da cui prende il nome. Le castagne sono state per molto tempo una importante risorsa econonica della zona.

Un antico pozzo in Contrà Caluga.
Questa frazione di Bassano del Grappa sorge lungo l'Alta Via del Tabacco, un percorso che tocca, per l'appunto, località dove a partire dalla metà del 1600 cominciò la coltivazione e il commercio del tabacco, in un territorio che, morfologicamente, rendeva difficili le coltivazioni intensive.
Questa frazione di Bassano del Grappa sorge lungo l'Alta Via del Tabacco, un percorso che tocca, per l'appunto, località dove a partire dalla metà del 1600 cominciò la coltivazione e il commercio del tabacco, in un territorio che, morfologicamente, rendeva difficili le coltivazioni intensive.

Eremo di San Bovo.
Luogo suggestivo e ricco di Storia.
Luogo suggestivo e ricco di Storia.

La presenza dell'Eremo di San Bovo è testimoniata, nei documenti ufficiali, a partire del 1700.
Tuttavia, il luogo ha origini ben più antiche.
Sorge su quella che circa 40mila anni fa era una barriera corallina e non a caso, nell'800, questa zona era chiamata "il paradiso dei geologi" per la sua ricchezza di fossili.
Il sito fu frequentato a partire almeno dall'età del ferro e vi sono tracce di una presenza etrusca, come testimoniato da alcuni graffiti alfabetici presenti sui massi prospicienti l'eremo, inseme ad altri, cruciformi, di epoche successive.
L'eremo fu probabilmente costruito tra il 1200 e il 1300 da monaci benedettini.
Abbandonato e distrutto, l'eremo è stato ricostruito in tempi recenti con la tecnica dell'anastilosi: l'utilizzo, laddove possibile, di materiali originali dell'antica struttura, rimasti in loco dopo il crollo.
Tuttavia, il luogo ha origini ben più antiche.
Sorge su quella che circa 40mila anni fa era una barriera corallina e non a caso, nell'800, questa zona era chiamata "il paradiso dei geologi" per la sua ricchezza di fossili.
Il sito fu frequentato a partire almeno dall'età del ferro e vi sono tracce di una presenza etrusca, come testimoniato da alcuni graffiti alfabetici presenti sui massi prospicienti l'eremo, inseme ad altri, cruciformi, di epoche successive.
L'eremo fu probabilmente costruito tra il 1200 e il 1300 da monaci benedettini.
Abbandonato e distrutto, l'eremo è stato ricostruito in tempi recenti con la tecnica dell'anastilosi: l'utilizzo, laddove possibile, di materiali originali dell'antica struttura, rimasti in loco dopo il crollo.

Eremo di San Bovo. La cella dell'eremita.
L'eremitaggio fu autorizzato in questo luogo dal Vescovo di Vicenza nel 1800. L'ultimo eremita vi abitò fino al 1936.
L'eremitaggio fu autorizzato in questo luogo dal Vescovo di Vicenza nel 1800. L'ultimo eremita vi abitò fino al 1936.

San Bovo è protettore degli animali domestici

Resti del cippo confinario che segnava il limite tra la "Spettabile reggenza dei Sette Comuni e Contrade Annesse" e il territorio di Marostica e Angarano.
Il confine fu tracciato nel 1724 ma ne ricalcava uno più antico. La Reggezza terminò nel 1807.
Il confine fu tracciato nel 1724 ma ne ricalcava uno più antico. La Reggezza terminò nel 1807.

Chiesetta di San Giorgio alle Acque.
La chiesetta è di origine longobarda, come testimonia tra l'altro la finestrella a forma di croce sopra l'ingresso, ma costruita su una preesistenza romana, una prassi comune per le architetture longobarde.
Al suo interno, affreschi del XIII e XV secolo.
La chiesetta è di origine longobarda, come testimonia tra l'altro la finestrella a forma di croce sopra l'ingresso, ma costruita su una preesistenza romana, una prassi comune per le architetture longobarde.
Al suo interno, affreschi del XIII e XV secolo.

Stabilimento termale Fonte di San Giorgio alle Acque, ormai in disuso, a poca distanza dalla chiesetta longobarda di San Giorgio alle Acque.
L’edificio fu costruito intorno alla metà dell'800 a riparo di una sorgente di acqua solforoso-salina jodurata fredda, nota in tutta l’area per le sue proprietà benefiche e curative.
Divenne luogo di svago e di cura, principalmente per le malattie della pelle e del fegato.
A inizio 900 vi fu aggiunta una trattoria, che rimase in attività fino agli anni ’60/’70.
Successivamente, la fonte subì una notevole diminuzione della portata d’acqua e pare che fosse parzialmente inquinata, motivo per cui l’edificio perse l'utilizzo originario e venne internamente trasformato e adibito a discoteca.
Ogni attività cessò definitivamente nel 2013.
L’edificio fu costruito intorno alla metà dell'800 a riparo di una sorgente di acqua solforoso-salina jodurata fredda, nota in tutta l’area per le sue proprietà benefiche e curative.
Divenne luogo di svago e di cura, principalmente per le malattie della pelle e del fegato.
A inizio 900 vi fu aggiunta una trattoria, che rimase in attività fino agli anni ’60/’70.
Successivamente, la fonte subì una notevole diminuzione della portata d’acqua e pare che fosse parzialmente inquinata, motivo per cui l’edificio perse l'utilizzo originario e venne internamente trasformato e adibito a discoteca.
Ogni attività cessò definitivamente nel 2013.

Chiudiamo in bellezza il nostro cammino con il fascino e la grazia di una fioritura di glicine.