L'altro, di Andrée Chedid

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ISBN: 978-88-903238-5-0
Data pubblicazione: marzo 2010
Pagine: 173
Traduzione di Vanessa Vasquez

È l’alba.
L’aria estiva è dolce. Il vecchio Simm e il suo cane Bic attraversano un villaggio ancora addormentato.
D’un tratto, un’imposta blu si spalanca e la facciata dell’Hotel Splendid si illumina di un viso sconosciuto. Un giovane straniero dalla pelle chiara.
L’incontro è fugace, eppure intenso. Lo scambio di qualche parola, ma più di tutto una condivisione di sguardi: Simm guarda l’altro e ne coglie la gioia, lo stupore di fronte al panorama.
E attraverso quegli occhi ritrova i propri, e con essi “le basse case dei paesi assopiti, la vallata di alberi e rocce; più giù il mare opaco… l’orizzonte solcato d’avorio… il fianco delle colline… le siepi macchiettate dal sole…”, come li vedesse per la prima volta.
Ma all’improvviso i muri si increspano, ondeggiano, si contraggono in una violenta scossa di terremoto. Il giovane resta sepolto, risucchiato nelle profondità della terra. Il vecchio si agita tra le rovine, urta i sopravvissuti che si aggirano come sonnambuli, si divincola da mani disperate, grida, a sua volta, sopra i lamenti e i richiami, scava con le unghie, trascina i soccorritori. Là, lui è là! Lo ha visto… Ma nella follia straziata che segue il sisma, nessuno sembra credergli.
Resta solo, sul luogo della tragedia, in un dialogo ostinato, con l’altro che resta invisibile, in un canto alla vita, alla rinascita. Una tremula luce di speranza la porterà la piccola Aga, stringendo la sua lanterna e quella bambola rimasta senza testa, a cui ha dato il suo stesso nome.
Un romanzo poetico, una scrittura nitida e ingegnosa, che mescola più forme narrative: poesia, dialogo teatrale, sceneggiatura cinematografica.
Da questo romanzo è stato tratto il film L’autre (1991), per la regia di Bernard Giraudeau.



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Andrée Chedid

Andrée Chedid nasce nel 1920 a Il Cairo, da madre siriana e padre libanese. Dal 1946 vive a Parigi ed è cittadina francese.  L'autrice è mancata nel 2011.
Scrive dall’età di 18 anni, esprimendo una cultura vivace e multietnica (ha studiato in Francia, si è laureata all’Università Americana de Il Cairo e ha vissuto alcuni anni in Libano prima di risiedere nuovamente in Francia). Le sue opere sono caratterizzate da uno sguardo lucido e penetrante sulla condizione umana, sui legami che l’individuo tesse con il mondo. La scrittura è straordinariamente sfaccettata: fastosa e sensuale nell’evocazione dell’Oriente, intima quando sfiora il mistero dell’umano esistere, aspra e graffiante nel descrivere la tragedia dei conflitti, primo tra tutti la guerra civile in Libano.
Della sua ricca produzione fanno parte poesie, romanzi, racconti e testi teatrali.